Gyula Illyés (1902 - 1983), poeta e romanziere ungherese. Nasce da una famiglia contadina. Studia a Budapest e Parigi e si mantiene facendo anche lavori umili, scrivendo solo nel tempo libero. Durante la seconda guerra mondiale è alla rivista Nyugat (Occidente). Dopo la liberazione dell'Ungheria è membro del parlamento. Si ritira dalla vita pubblica, quando gli stalinisti assumono il potere. Nella sua poesia, Illyés si fa portavoce della classe oppressa dei contadini.
Una maggiore universalità e un costante richiamo alla libertà nazionale e individuale segnerà i suoi lavori successivi.
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Quest'ultimo testo costuisce il frammento finale della poesia "AEREO (Atterraggio)"
Avvertenza: per i sei testi qui presentati si veda: Gyula Illyés, in POETI UNGHERESI DEL 900, a cura di Umberto Albini, ERI / Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana, Torino, 1976 |
" (...) / Voliamo sino in fondo così, perché così avvampa la sete, / che tu sia qua o lontana come le stelle, / oggi andrei in giro comunque per il vuoto celeste / e per il tempo, per trovare te. " Gyula Illyés.
RispondiEliminaabbiamo ucciso il cammello che sapeva la strada/ abbiamo divorato l'ultimo pasto. Non si tratta certo del mio cammello! Ma che versi. Ecco certi poeti mi spronano a cercare la loro perfezione. -:)(non fateci caso è un delirio)
RispondiEliminaGiancarlo Serafino
" Il suolo continua a respingermi , perchè lo conosco...", forse il suolo della sua patria. Ma è il poeta uno spirito libero " cammino verso un intero paese, una parentela grande come il mondo". Introspettivo nelle poesie "Lo specchio dell' anima" e "La foresta" : "Tagliati una strada attraverso me se hai in dio. O cercalo qui" , nel profondo di quella foresta intricata dentro di sè. Poeti a me sconosciuti che è bello conoscere.
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