Jiří Orten (Jiří Ohrenstein) (Kutná Hora, 1919 – Praga, 1941), poeta ceco di famiglia ebrea, fratello del regista Ota Ornest, studiò nel Conservatorio di Arte drammatica di Praga fino al 1939, anno cruciale per l'Europa e per la vita di Orten. In Boemia e in Moravia arrivarono le truppe tedesche di occupazione e, con esse, le Leggi razziali. Orten morì a soli 22 anni, investito da un'ambulanza tedesca mentre attraversava la strada per andare a comprarsi le sigarette.
A 17 anni Orten inizia a scrivere per giornali e riviste, e dal 1939 a causa delle leggi razziali si serve degli pseudonimi Kerel Jìlek e Jiřì Jakub. Appartiene al gruppo dei giovani artisti di Ohnice (Malerba) che opera negli anni dell'occupazione nazista, insieme a Bednàř, Bonn, Bezovskŷ, Hiršal. Sono riconoscibili nella sua opera le influenze del poeta ceco Halas, di R. Weiner, di Rainer Maria Rilke, di F. Jammes, e della filosofia di Kierkegaard e di Unamuno. Nella sua breve vicenda letteraria Orten riesce ad esprimere il senso di un dolore e di un'angoscia ormai universali, e la percezione della morte imminente. Una concezione della vita emblematica della sua generazione, costretta a vivere in una condizione difficilissima, minata da pericoli imminenti, priva di prospettive e di futuro, di normalità e serenità. In vita Orten pubblica le raccolte Crestomazia, Viaggio verso il gelo, Malerba; restano invece inedite altre due raccolte: Disvio e Elegie pubblicate postume nel 1947... ... ...
Czesław Miłosz, Šeteniai (Lituania),1911 – Cracovia, 2004. Poeta e saggista polacco, è stato, secondo Josif Brodskij "uno dei più grandi poeti del nostro tempo e forse il più grande". Nel 1980 gli è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura.
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Ciascuno dei due testi poetici si mostra interamente e parla da sé, dunque - almeno in questo senso - non pretendiamo di aggiungere né commenti né fronzoli vari.
RispondiEliminaAntonino Caponnetto & Poesia Aperta