Nel
1990 si trasferisce in Italia. Attualmente vive a Udine.
Scrive da sempre nella sua lingua madre, in
particolare ha scritto sceneggiature per spettacoli universitari, poesie,
racconti e romanzi. Ha tradotto in italiano opere poetiche e narrative di
autori russi e ucraini.
Direttamente in lingua italiana scrive solo da alcuni
anni, riscuotendo un notevole successo. È vincitrice del concorso di poesia
(edizione Cinque marzo, 2009) e finalista del concorso ‘Parole e Poesia’, 2012.
Diploma di merito: 18° Concorso Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia”
(Taggia – IM), 2011.
Suoi lavori sono inseriti nelle antologie di
diverse case editrici italiane: Edizioni Delta 3; Edizioni Il Fiorino (Modena);
Historica Edizioni; Giulio Perrone Editore (Roma). Sono state pubblicate presso
opuscolo letterario ‘Inutile’ N°23 e N°42; rivista internazionale di poesia ‘Pi-greco’;
rivista trimestrale ‘Psicologia e lavoro’ n°157; racconto Pensare ad arte
– in italiano e in friulano.
Nel 2010 sono usciti il suo primo libro di poesie
in lingua italiana Profanerie private, (Guarnerio Editore, Udine), poi L’amore
del giglio (Samuele Editore, Pordenone); nel 2012 – Utopie tascabili
(Dnipro Edizioni, Ucraina) in lingua ucraina e Terra altrui (Samuele
Editore, Pordenone).
Fra le partecipazioni
più importanti: ‘Festa della poesia, 2010’, organizzata da Pordenonelegge dove
ha rappresentato il Friuli Venezia Giulia; festa “Le Strade della Poesia”
(Guardia Lombardi, 2011) e Trieste International Slam, 2011, Giornata
Internazionale della Poesia (Club Unesco di Udine, 2012).
« I versi di Natalia Bondarenko si collocano con grande naturalezza e
senza nessuna forzatura in una linea poetica ben precisa. La poetessa, partendo
da strutture che affondano le radici nella lingua russa, riesce ad esprimere
direttamente in italiano versi di grande qualità, di solido spessore e di
estrema vitalità.
Non c’è timore ad ammettere che la sua poesia arriva a collegarsi, in una linea
ideale di continuità, con tutto quel versante del novecento che fa capo ad una
idea poetica di innovazione e di sperimentazione, sfiorando in alcuni punti,
tangenzialmente, l’avanguardia italiana. L’antilirismo,
la semplicità apparente del verso vengono da lì, non ci sono dubbi. La sapiente
costruzione di strutture sintattiche lineari, moderne e leggere, portano come
complemento la profondità del senso… »
Francesco Di Lorenzo (dalla recensione del libro Profanerie private)
« La poesia di Natalia Bondarenko è nuda e
cruda, quando dolce sulla punta della lingua, quando amara in fondo al cuore. È
come quel sorriso che due amanti occasionali si scambiano dopo una notte d’amore,
sapendo sotto sotto che non s’incontreranno mai più. Eppure sono estremamente
contenti di aver (rac)colto quell’attimo di felicità che gli dei, con la loro
santa (e fottutissima) maliziosità, hanno nascosto dentro di noi: metà nell’uomo e metà nella donna.
Natalia condivide con il lettore i suoi più intimi sentimenti, e
lo fa con sincerità, senza troppi fronzoli linguistici. È chiaramente visibile
la sua sete spirituale ma altrettanto fisica, il suo voler toccare con la mano
anima e corpo. Per lei la poesia è un corollario di sentimenti, come i suoi
quadri impregnati di fantasia quasi palpabile. I sentimenti si susseguono
quando con discrezione, quando ben espliciti, ma mai sono banali o ridondanti… »
Viorel Boldis (dalla recensione del libro Terra altrui )
AVVERTENZA:
I testi qui presentati sono tratti dai due libri di Natalia Bondarenko “Profanerie private” (Guarnerio Editore, 2010)
e “Terra altrui” (Samuele Editore, 2012).
Sto in questo mondo come
una pigna attaccata ad un ramo: gravida
di saggezza, spigolosa di rimorsi,
scossa da venti periodici; come periodici
sono i casi della certezza di aver
sbagliato albero, di essermi indurita prima
del tempo, di aver nutrito l’avido uccello
che non aspettava altro che vedermi
precipitare.
(da “ Terra altrui ”)
***
Mi hai creduto pazza
sentirmi parlare a voce alta e ridere
ballando sull’asfalto bagnato dalla pioggia
appena atterrata
ho trovato un interlocutore interessante
che era disposto ad ascoltarmi e
permetteva di toccarlo fin con le scarpe.
Era la mia ombra.
(da “ Terra altrui ”)
***
Stamani
cambiando le lenzuola
sul cuscino ho trovato un tuo capello
bianco.
Sapeva di pino silvestre. Sapeva
degli ultimi pomeriggi del nostro passato
stanco.
Pensando a me – inghiottivo la sconfitta
di essere credulona
[c’est la vie… visti i tempi che corrono],
ma gioivo
pensando che da oggi alla tua precoce
calvizie
mancherò anch’io.
(da “ Terra altrui ”)
***
Piove oggi,
pioveva anche ieri
cerco di non considerarlo,
ottobre (intendo)
e la sua banale influenza che
nella noncuranza così incosciente,
scarica il suo starnuto maleducato
sulla
mia inadeguatezza, braccato
dall’ultima solitudine stagionale
prima di farmi guarire da nulla.
Esco fuori dalla porta di casa
per sfuggire questa sospensione
poco reale e satirica, sorellastra
dell’insonnia, tale
da farmi litigare con le ore piccole.
Sotto la pioggia di oggi,
febbricitante e stizzosa, almeno
ci provo ancora ad essere tua amante.
(da “ Profanerie private ”)
***
Non mi sono mai piaciuti i ‘triangoli’
neppure i ‘rombi’
figuriamoci i ‘trapezi’,
i ‘pentagoni’ o gli ‘esagoni’
in geometria sono una frana
sono un punto
di domanda.
(da “ Profanerie private ”)
***
Rossa,
Tienanmen, de la Concorde,
della Signoria, dei Miracoli… Tutte le
piazze
sono diversamente simili:
zuppe di grandi storie, delle storie
soltanto o di storielle;
formicai di venditori ambulanti di
crocefissi,
di immagini sacre sconsacrate e souvenir
made in Cina;
il via vai dei piedini, dei piedoni, dei
tacchi a spillo
e degli ombrelli appuntiti; gli spazi
appena appartati,
occupati dai disabili
[per arrotondare lo sconforto,
per ricordarsi di esistere ancora]. Viste da sopra - sono
le tavolozze dei colori pronti per essere
mescolati;
viste da sotto – gli odori delle
metropolitane
appiccicati ai vestiti. Alcune –
con le montagne all’orizzonte, affascinanti
come i miracoli
ma intimamente lontane. Le fontane
antiquate, i Duomi
con i campanili persi nelle nuvole, le
colombe arroganti;
le voci, le vocine, i vocianti allegramente
indifferenti e
la sensazione di essere invisibile.
(da “ Terra altrui ”)
***
Toc - toc, anima
mia,
ti sei
mummificata col tempo; sei rigida,
sei come il baccalà
prima dell’ammollo;
inutile bussare.
Se non ti capita qualcuno
che afferra il
tuo corpo secco
con tutto il suo
scandaloso passato
e non lo sbatte contro il muro della tua arroganza
di piombo, tu
resti lì. Nel buio.
Toc – toc, fino a
far sanguinare le falangi -
hai un occhio torbidamente cieco.
Hai cimurro in
abbondanza, per tutto e per tutti.
In oltranza socchiudi e poi, chiudi la porta.
Per sempre.
Zufolando con la voce disabile tua,
(che t’importa se
qualcuno sta peggio di te)
facendo
finta che tu … non parlare italiano,
che tu … non
capire … nulla.
(da “ Terra altrui ”)
Parlando della propria poesia, Natalia Bondarenko ha qualche tempo fa dichiarato: « Inutile dire che le mie strutture poetiche attingono a piene mani alle radici della lingua russa, ma con ben presente la chiave dell’antilirismo e la ricerca di una semplicità sotto forma di modernità e sperimentalismo. Ciò significa dire qualcosa di già sentito ma vestirlo di un vestito nuovo, dire qualcosa che non dovrebbe mai essere udito, mettere al primo posto un pensiero profano, quotidiano, sublimarlo senza esagerare con il “trucco”, senza imbellettarlo troppo. Insomma non un vagabondare del pensiero ma, perché no, salire su di un piedistallo con tutte le debolezze, le profanerie private e le confidenze che solo una donna sa esprimere (...) »
RispondiEliminaNatalia si paragona ad una pigna che cadrà dal ramo e in questa metafora sorprende, forte e chiara,la voce autentica di una persona che evolve nella sensazione dell'invisibilità,quando non rimane altro nella valutazione esplicita del passato e delle sue porte che si chiudono.L'anima mummificata,le piazze zuppe di storie.il capello bianco sono i segni di passaggi fondamentali in una solitudine che da sfondo ad un sentire austero ma comprensibile,distinto da una sana e percepibile benevolenza che soccombe,ma non sparisce. una E' unaoesia nitida e scorrevole che appartiene,che s'insinua interiormente.
RispondiEliminaPoetica che spazia come una puledra nelle praterie dei versi che coprono l'Europa dalla Russia all'Italia, una poesia "onesta" che sa di pigne e di selvatico, ma anche di frammenti di quotidianità. G.S.
RispondiEliminaFinalmente una poesia che si legge con un sorriso di soddisfazione per la creatività che vi zampilla, per la semplicità che ne fa un avvenimento nitido, per l'autoironia che a tratti spunta tra i versi, per l'incedere a volte elegantemente sbilenco che fa della poesia una sorpresa e un paesaggio di meraviglia
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